Qualche dato sul ritorno in Marocco e Tunisia

Le ricerche sulle migrazioni internazionali delle famiglie nei Paesi del Mediterraneo (MED-HIMS) hanno calcolato che, tra il 2000 e il 2018, circa 10.000 migranti sono tornati nei loro Paesi d'origine ogni anno in media. Francia (32%), Italia (22%) e Spagna (19%) sono le principali nazioni europee da cui avviene questo fenomeno.

In particolare, dopo le primavere arabe del 2011, si è registrato un aumento dei flussi di migrazione verso Tunisia e Marocco. Secondo i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in particolare, il Marocco ha visto un notevole incremento, con 210.000 ritorni nel 2014 rispetto ai 165.000 del 2004 e ai 117.000 del 1994. Il 41% dei rientri sono donne (86.100), e la fascia d'età più rappresentata è tra i 25 e i 49 anni. In Tunisia,, la percentuale di donne rientrate è inferiore a quella degli uomini (85,5%).

Sebbene sia aumentata dopo il 2000, la percentuale di donne rientrate negli ultimi anni è del 18,2%, rispetto alla media precedente agli anni 2000, che era del 14,5%.

Quali sono le modalità attraverso cui è possibile rientrare nel proprio Paese d'origine?

In Italia, come in tutta Europa, la normativa e la gestione dei fenomeni migratori prevedono una specifica misura legale volta a offrire ai migranti la possibilità di tornare a casa. I programmi RVA&R (Ritorno Volontario Assistito e Reintegrazione) sono promossi dal Ministero dell'Interno, con finanziamenti nazionali ed europei, e la loro attuazione è affidata a organizzazioni internazionali e del settore civile. Tra il 2018 e il 2019, il numero di persone rientrate dall'Italia nell'Area del Maghreb con questo programma è pari all'8% del totale (1080 unità) e dal rapporto emerge che 1 uomo su 5 è maghrebino e solo 1 donna su 20 proviene dalla stessa area.