Il ritorno volontario assistito: breve excursus normativo

Dal 1981, le organizzazioni internazionali si sono concentrate sulla vulnerabilità specifica delle donne lavoratrici migranti e sulle loro esperienze di discriminazione sessuale e di genere (CEDAW, 1981). Ciò è coerente con gli SDGs delle Nazioni Unite (2015) Obiettivo 5, sull'uguaglianza di genere e l'autodeterminazione per tutte le donne e le ragazze, e Obiettivo 8.8, che protegge i diritti del lavoro e promuove ambienti di lavoro sicuri per tutti i lavoratori, compresi i lavoratori migranti e le donne. Il Global Compact for Migration (2017), derivante dalla Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti (2016), ha come obiettivo l'individuazione di procedure e la definizione di impegni condivisi dalla comunità internazionale per migliorare la gestione dei fenomeni migratori a livello globale e valorizzare la mobilità umana come motore dei processi di sviluppo sostenibile.

Le istituzioni europee hanno emanato importanti politiche e regolamenti sui migranti vulnerabili, affrontando il problema del divario occupazionale delle donne migranti e della loro effettiva integrazione nel mercato del lavoro; alcuni dei più rilevanti sono l'Approccio globale in materia di migrazione e mobilità (2011), l'Agenda europea (2011) e il Piano d'azione (2016) per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi (2011) e, più recentemente, il Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo (2020), la Strategia per l'uguaglianza di genere del Consiglio d'Europa (2018-2023) e il Piano d'azione sull'integrazione e l'inclusione 2021-2027 (2020). In Italia, la normativa prevede una misura legale specifica per offrire ai migranti la possibilità di tornare a casa.

I programmi AVR&R (Ritorno Volontario Assistito e Reintegrazione) sono promossi dal Ministero dell'Interno, con finanziamenti nazionali ed europei, e la loro attuazione è affidata a organizzazioni internazionali e del settore civile. Per facilitare il reinserimento socio-lavorativo del migrante, i progetti AVR&R sono accessibili su base volontaria; offrono supporto nel processo di reinserimento, copertura delle spese di viaggio, assistenza medica, un'indennità in denaro e un contributo economico in beni e servizi nel Paese d'origine.

Nel 2021, l'UE ha lanciato una nuova strategia per i programmi di AVR&R (COM /2021/ 120 definitivo), che mira a un coordinamento più efficace tra tutte le parti interessate, al rimpatrio e al reinserimento dei migranti sia da Paesi terzi che tra Paesi terzi, a una consulenza più efficiente sui rimpatri e alla sostenibilità del reinserimento. Nel quadro pluriennale 2014-2021, l'UE ha sostenuto i programmi di ritorno e reintegrazione, arrivando a coprire il 75% dei costi dei progetti, anche se spesso si sono verificati tempi morti. Se le risorse finanziarie previste nel nuovo quadro 2021-2027 non saranno rese prontamente disponibili, se i bandi di attuazione non saranno pubblicati tempestivamente e se l'impatto delle misure non sarà valutato, è molto probabile che questa inattività ciclica si ripeta alla fine del 2022.

Per approfondire

Consiglio d’Europa, Gender Equality Strategy 2018-2023

https://www.coe.int/it/web/portal/-/the-council-of-europe-adopts-its-gender-equality-strategy-2018-2023

Commissione Europea, Piano d'azione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/qanda_20_2179

Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio d’Europa e Parlamento The EU strategy on voluntary return and reintegration (COM/2021/120 final)

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52021DC0120